La verità, vi prego, sull’Amore

31/1/2018 Bibioteca Renato Fucini, Empoli
Poesia integrata – La verità, vi prego, sull’Amor di Wystan Hugh Auden (le sezioni in corsivo sono le composizione integrate dai partecipanti all’attività)

 

Ditemi la Verità, vi prego, sull’Amore.

Non me la ricordo mica, sai, però.
Perché l’Amore è Amore, si sa che sta
tra le prime cose. È una cosa bella,
che càpita una volta sola nella vita,
per me ormai è passato tanto tempo.

Alcuni dicono che l’Amore è un bambino
e alcuni che è un uccello.
Altri che è una spada nel cuore, l’Amore.
Alcuni dicono che fa girare il mondo
e la testa, e ha fatto girare anche me,
e mi ha fatto fare tanti salti,
e non mi son tolta la voglia di guardarlo.

Ma dicono altri che è un’assurdità;
e quando ho chiesto cosa fosse al mio vicino
sua moglie si è seccata e ha detto
che non era il caso di fare queste domande;
perché l’Amore è i piedi sotto il letto.

Può assomigliare a un pigiama
o a del salame piccante dove non c’è da bere?
L’Amore non sarà come la Fanta,
che non ti piacciono le bollicine
ma quando lo metti in bocca cambi idea?

Per l’odore può ricordare un lama – No!
o avrà un profumo di torta consolante?
È tagliente o ha gli orli lisci e soffici?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?

Ditemi la Verità, vi prego, sull’Amore.

Ora te lo dico:
piglia in mano ‘sto bastone
e ti darò la soluzione.
I libri di storia ne parlano
solo in piccole note a fondo pagina,
ma è un argomento molto comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sulle copertine degli orari ferroviari,
perché l’Amore sta nell’euforia dell’attesa.
Ha il latrato di un cane affamato
o fa il fracasso di una banda militare?
Comunque a me non mi fa paura,
sennò non avevo i figli che ho.

Si può farne una buona imitazione
con una sega o con un pianoforte Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo
d’Amore grande?
Dipende da’ giorni: a volte è silenzioso
e forte come un abbraccio stretto stretto.

O apprezzerà soltanto musica classica?
Ma soprattutto: mi porterà a ballà?

Certo la musica è bellissima, e commovente
come l’Amore:
Ma smetterà quando si vuole un po’ di pace?
E se smette, poi rimane lì a guardarti?
Ditemi la Verità, vi prego, sull’Amore.
L’ho cercato nei chioschi del giardino
ma lì non c’era mai stato:
ho anche esplorato le rive del Tamigi
e l’aria balsamica delle terme.
Forse era nella cioccolata,
buona, saporita e colorata.
Non so cosa cantasse il merlo
o che cosa dicesse il tulipano,
ma certo non era nel pollaio
e nemmeno sotto il letto.
Per me l’Amore è una cosa troppo grande,
e importante, da dire in due parole.
L’Amore è gioia, in tutti i sensi.
Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?

Avrà idee personali sul denaro?
È un buon cittadino o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se un po’ audaci?
Ditemi la Verità, vi prego, sull’Amore.
Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto grattando il naso?
Si può incontrare in un lento a carnevale?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sull’autobus mi pesterà un piede?
Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
O non darà nessuna svolta, se
Non avrò tempo pé stagli dietro, all’Amore.
Ditemi la Verità, vi prego, sull’Amore.
Forse l’Amore è dappertutto.
E tutto è Amore.

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…e si rompe

24/1/18 – Museo del Vetro,  Empoli

 

…e si rompe.
È vero, purtroppo,
ma tutte le cose si rompono.
Quelle lì che ci sono sopra andrebbero rotte,
pe’ conservà la roba utile.
Fragile.
Artistico.
Di tanti colori.
A me è quello che prenderei…una sola…e via!
Trasparente.
Colorato.
Molto utile.
Esalta il contenuto.
Ma che si fa, si balla?!  Ora si va…
Lo sai perché in fondo in fondo ho scelto quello? Per la lucentezza.
…che ti devo dì…
Suonare.
“ding dong deng…”
Tradizione.
Accidenti!… e dove gli è andato?!
Alto… Alto…
Fragile.
Pulito.
Non invecchia mai.

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È la nostra bella serata!

17/1/18 – Museo della Collegiata di Sant’Andrea, Empoli

Tutto! C’è di già
Ognuno piglia, e piglio quello
Tutto per bene … e non a coccio di legno
E tricchete tracchete
Si deve dire … e quello
Che ci metto
Son cose che si sentono nel cuore
L’Uomo che viene crocifisso
Che porta il dolore di noi tutti nella storia
Il dolore per l’uomo che sta per morire
Non è un pianto. È una gioia!

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Il gruppo di lavoro

Sia la progettazione che la conduzione delle attività che, infine, l’analisi valutativa del progetto, prevedono il lavoro congiunto di educatori museali e animatori geriatrici. Educatori e operatori museali dei Musei del MuDEV per la co-progettazione e la conduzione, insieme alla Rete Animatori dell’Empolese Valdelsa, degli incontri nelle sedi museali del progetto, per i rapporti con l’AUSL Toscana Centro, gli operatori ed educatori dei musei del territorio, gli operatori e animatori geriatrici delle RSA di riferimento e per la documentazione.
La Rete Animatori dell’Empolese-Valdelsa è un coordinamento informale, nato per condividere presupporti teorici e metodologici della pratica educativa con anziani fragili, scambiare esperienze e progettare insieme interventi socio-culturali per migliorare la qualità della vita delle persone che abitano e frequentano le case per anziani. La Rete nasce sulla condivisione di un’idea di animazione come processo di empowerment delle persone anziani fragili e di chi se ne prende cura, di potenziamento delle relazioni tra gli ospiti, gli operatori e la comunità di cui la struttura è parte.

Educatori Museali formati: Stefania Bertini, Elisa Boldrini, Elisa Gentile
Animatori geriatrici formati: Annamaria Cardini, Luca Carli Ballola, Silvia Melani

La rete animatori

La Rete Animatori dell’Empolese-Valdelsa è un coordinamento informale, nato per condividere presupporti teorici e metodologici della pratica educativa con anziani fragili, scambiare esperienze e progettare insieme interventi socio-culturali per migliorare la qualità della vita delle persone che abitano e frequentano le case per anziani.

La Rete nasce sulla condivisione di un’idea di animazione come processo di empowerment delle persone anziani fragili e di chi se ne prende cura, di potenziamento delle relazioni tra gli ospiti, gli operatori e la comunità di cui la struttura è parte. A partire dall’esperienza del CoRe, la finalità che guida tutte le esperienze progettuali proposte è incidere sulle percezioni sociali dell’anzianità e promuovere rinnovate e molteplici forme di inclusione sociale e culturale per chi invecchia.

Fanno parte della Rete RSA V. Chiarugi (Empoli), RSA A. Volta (Empoli), RSA Il Castello (Montelupo F.no), RSA S. Maria della Misericordia (Montespertoli), EMD Ciapetti (Castelfiorentino), RSA P. Neruda (Castelfiorentino), Villa Serena (Montaione), RSA del Campana Guazzesi (San Miniato), RSA Le Vele (Fucecchio), RSA Meacci (Santa Croce sull’Arno).

Alla progettazione e conduzione di Musei per l’Alzheimer 2017-2018 collaborano Silvia Melani, Luca Carli Ballola (che assieme a Michela Mei e alle educatrici di Palazzo Strozzi, hanno fatto parte dell’équipe che ha dato inizio ad A Più Voci, il primo progetto museale toscano dedicato alle persone che vivono con l’Alzheimer), Anna Maria Cardini e Antonio Valori.

 

 

E scopro una coincidenza

2/3/2017 Chiesa dei Santi Prospero e Tommaso – Annesso Palazzo Pretorio, Certaldo

 

Macchiato bene, tinto bene, verniciato.

Tante cose belle e cose vere,

Da ricordarsi sempre.

Le cose belle come queste, sono le prime cose da far vedere

Ci viene voglia di dire tante cose

Ci restano nel cuore e stare insieme è piacevole

Mi sembra di esser tornata bambina e ora son nonna di quattro bambini

Quando avevo otto anni, passò tre tedeschi e mi martellarono le dita col fucile

Mi mette la malinconia vedè spregià una persona giusta, è un patire

Penso a Villa Potenza nelle Marche, c’è una bella chiesa, c’è un fiume.

Tra un anno ci ritorno e tanto qualcosa cambierà

S’era otto figlioli e la mamma andava a lavare i panni nel fiume e gli sanguinavano le gambe a forza di stare a mollo.

Quelle cosce rosse mi garbano

Porca miseria se mi piace!

“Son vivo” dice, ha le braccia aperte. A volte lo faccio anche io

Vedo una specie di finestra e scopro una coincidenza, io abito in via Benozzo Gozzoli.

Amate la terra perché da lì avrete la vita

16/2/17 Mu.Me.Loc. Cerreto Guidi. Biblioteca

Che bel pomeriggio s’è passato! Io vedo i nuvoloni che si litigano il cielo! “Amate la terra perché da lì avrete la vita”.

Avanti di piglià marito facevo la contadina, una vita triste, faticosa! Un c’era soddisfazioni, poca roba! Si raccattava poco. Poi il mi babbo ero uno rustico, cattivo nell’anima, se venivano a dormì li mandava via! “Tu sei cattivo, accidenti a mamma e quando t’ha sposato”! Poi ho preso marito. Era meglio in fabbrica, si lavorava ma…mi garbava quando montavo su quella macchina perché la mandavo io!

È ruvida, profuma! Che schicche, che odorino bellino! Odora di paglia…è un odore buono, deve essere stato preso da un bel pezzo di terreno, in casa un tu te lo puoi mettere e buttarlo via dispiace!

Sotto il Tevere dorme

Madonna come schianta! Scricchiola, è pericoloso…lo dico…il mazzetto che tu pigli se non tu lo leghi bene, ti taglia le mani! Prima che secchi fa compagnia alla sala, ci si faceva i fiaschi con la sala, si abbellivano e gli stranieri prima si fermavano a vedere! C’avevo i guanti ma passava anche da quelli e tagliava le mani! Era bella spalancata quando era fresca, verde! Più morbida, meno rospica. Eh, quando è spalancata fa prima a seccare. Mi suggestiono perché l’ho vissuto e mi è piaciuto!

A pezzetti piccoli, lavati, poco stropicciati, poi quando son lavati un bel sughino di carne…mettere il brodo sul fuoco…uno ci mette queste cose qui.

Shshshshsshhhhhhhhhhhhh

Voglia di muovere la testa, mi fa impressione! Si sente il rumore dell’acqua, il chiasso dell’acqua! Il fruscio, il fruscio! Qualche rana. C’è un po’ di colore! Pastasciutta olè olè

Gli uccelli…e lo sculacciatopi! Sento un uccellino toscano, di quelli che beccano il terreno e danno noia, ma non perché sciupano il terreno, e sciupano noi…perché ci innervosisce noi, addirittura quando siamo a tavola salgano sul tavolo!

Il mi babbo era cacciatore e mi toccava pelalli tutti, la sera li preparavo…arrosto, con un po’ di maiale …era buono…il mi nonno ci lasciava solo il becco! Boni, son boni! Sale, pepe, salvia, alloro e sicché c’avevo sempre da lavorà! Ne mangiavo anche due o tre…e l’untino…mmmh

Ovvia, manca un po’ di vino e siamo a posto!

Cosa sono

L’importanza di trascrivere.

L’espressione creativa è importante per tutti, ma ancora di più per le persone colpite da demenza per le quali le occasioni per poter esprimere un proprio parere o i propri gusti, diventano sempre più rare se non del tutto inesistenti. Saper comunicare tramite la creatività e la libera interpretazione diviene una fondamentale alternativa per chi non riesce più ad attingere dalla memoria, per chi sente un forte disagio nell’esprimersi, perché cosciente di non esprimersi secondo le aspettative, e per gli altri che hanno perso consapevolezza di se stessi o dell’ambiente che li circonda.

 I laboratori ispirati alla metodologia  TimeSlips sono occasioni nei quali le persone utilizzano liberamente le proprie capacità grazie al processo creativo; ogni volontà comunicativa, sia una frase, un suono, un gesto o un silenzio, viene accolto e validato.

Durante i laboratori nei vari musei, abbiamo avuto occasione di lavorare con collezioni artistiche, memorie, suggestioni, sollecitazioni sensoriali e ogni volta la fantasia e la creatività, spesso anche la memoria, hanno potuto essere espresse in libertà.

Dal primo minuto dell’attività un operatore si occupa di scrivere tutto (o il più possibile) di quello che gli anziani, ma anche i familiari e i caregiver professionali, si sono sentiti di esprimere di fronte a un’opera d’arte, a un oggetto del quotidiano, a una suggestione auditiva o olfattiva. Si inizia dalle sensazioni per arrivare a una osservazione attenta dell’opera. Più volte durante l’attività viene spiegato che non ci sono risposte giuste o sbagliate e tutto quello che viene detto è trascritto; i partecipanti vedono convalidate le proprie parole e sono rassicurati sull’adeguatezza delle risposte. Dopo la parte osservativa inizia quella creativa in cui i partecipanti con la propria fantasia inventano nuove interpretazioni, creano nuovi scenari e nuovi personaggi.  Cerchiamo, nella trascrizione, di non perdere la traccia delle parole, dei gesti o  suoni, canzoni o melodie, cercando di memorizzare i toni e le intenzioni, le espressioni corporee, le manifestazioni di gioia, di noia o di disagio. Al termine dell’attività in cui si sollecitano e stimolano le persone a esprimersi, tutto ciò che è stato inventato o reinterpretato, ma anche ricordi o frasi che sono sembrate particolarmente importanti o che hanno necessitato di un forte sforzo, vanno a comporre una storia o una poesia e vengono restituite nell’immediato.

 L’operatore che ha trascritto restituisce nella lettura finale il contributo che ognuno ha dato, più fedelmente possibile al modo in cui è stato condiviso, guardando negli occhi e cercando un contatto visivo con chi quella frase, quel gesto o quel suono, lo ha espresso, con l’obiettivo di renderlo riconoscibile al suo “proprietario”.

Riconoscere il proprio contributo all’interno della storia valorizza e valida quella persona rendendo piacevole di nuovo comunicare con gli altri.

Verifica e valutazione

Le verifiche e le valutazioni che sono state compiute ed effettuate alla conclusione del progetto, rientrano a tutti gli effetti nel processo progettuale stesso e si configurano come ulteriore attività di ricerca volta sia a monitorare e migliorare le attività che a instaurare una riflessione sulle modalità stesse di valutazione più efficaci.

Continua a leggere “Verifica e valutazione”

Per chi?

Grazie alla peculiarità di un approccio metodologico essenzialmente basato sulla ricerca e la sperimentazione, il progetto permette di individuare le seguenti categorie di destinatari:

  • delle azioni di formazione, aggiornamento e condivisione di conoscenze e competenze: – educatori e operatori museali dei servizi educativi interni e di cooperative e associazioni che gestiscono il personale nei musei del MuDEV Museo Diffuso dell’Empolese Valdelsa; – personale delle biblioteche che si occupano di servizi al pubblico e di servizi educativi interni o che appartengono ad enti gestori; – educatori, operatori e animatori geriatrici di Residenze Sanitarie Assistenziali e Centri diurni semiresidenziali del territorio dell’Empolese Valdelsa.
  • degli incontri mensili nei musei e nelle biblioteche dei comuni dell’Empolese Valdelsa: – persone anziane con Alzheimer o demenza delle Residenze Sanitarie Assistenziali e di Centri diurni semiresidenziali del territorio; – persone anziane che vivono l’esperienza della demenza ancora all’interno del nucleo familiare e che risiedono su tutto il territorio interessato dal progetto; – caregiver professionali e familiari che si prendono cura delle persone anziane fragili, volontari dell’associazionismo locale, badanti.

La verdea va giù liscia.

 2/2/17 Mu.Ve. Museo del Vetro. Empoli

Quando rientra in casa il marito, se trova la tavola apparecchiata dice: “Brava la mi moglie, basta mangiare alla svelta! Perché io ho fame”. Si vede che lui era contento, non importava che facesse tante cose. La bottiglia, il bicchiere, ma manca il piatto; quella per l’olio e l’aceto, così… ma manca il piatto. Dentro alla brocca ci mettono il vino, il vin santo e trincano. Poi mettono forchette e tovaglioli. La moglie accende la luce e escano tutti i colori, il marito dice: “ma in che maniera è venuto così questo affare?” Ma siccome ha sete, prende la bottiglia, la vuota nel bicchiere, prende il bicchiere e beve quello che c’è e bevono tutti, anche i familiari. Insieme al marito c’è la cognata, la moglie di un fratello e guai se non si faceva come diceva lei.

Io di solito mando la mamma (a apparecchiare), ma la mamma è già stufa, è nervosa. Un giorno vieni a vedere l’apparecchiatura, le do anche un po’ di verdea…poi si assaggia e senti come è buona, mentre si versa c’è una schiuuumaaa… È uva bianca, giallina chiaro chiaro, il sapore me lo ricordo. Si mette a sciogliere insieme in un vaso, poi si strizza con le mani e viene fuori il mosto; se si prende presto viene dolce, se si aspetta aspetta viene il vino. La verdea è più leggera, frizzantina, penetra nello stomaco, il vin santo da un po’ di noia. Mi garba la verdea, se si beve tanto si va a gallina! Quando ero piccola, ero a casa sola, presi la bottiglia e la bevvi tutta. Ce ne vorrebbe un fiasco per uno!!Sai come si balla dopo un bicchiere di verdea. La verdea va giù liscia.

Ode alla musica

27/1/201 Museo Amedeo Bassi, Montespertoli

(Si sentono) tutti i sentimenti.

La canzone più bella che ho sentito a Empoli è qui! Accavallo anche la gamba per sentirla meglio! Coglioni! E’ bravura, io son vecchia ma queste cose mi rimangono tutte! Più è semplice e più ci piace! Mi è sempre piaciuta l’opera, delle volte siamo andate anche a Firenze …il Barbiere di Siviglia, la Butterfly…una cosa fine! Questo genere di canzone ci sarebbe da fare quindici giorni tutte le sere!  Ma bisognerebbe la Boème di Puccini, almeno ci si sveglia, perché noi anziani oggi “cicccì”!!!

La musica. Sono secondi! Mi è sempre piaciuta la musica, ne giravano tutti così cosà, io cantare…nooo…c’avevo, quando ero a Signa, c’avevo uno apposta!
Mi piace il tono della musica, non si può spiegare.

Canto…per conto mio.

Io canto per me, quando canto mi sento aperta, mi sento libera.

E’ difficile perché non capisco più niente…e sono vecchia! La musica aiuta perchè si sente subito il tono che ci piace e ci si mette subito in funzione, mi metto ad ascoltare!Porta a rivivere e si rincomincia da zero e si mette bene con la memoria!

Ti riporta sulla via retta! Senza iniziativa un vu andate nulla…con l’opera ricomincia la vita!

S’ascolta e si riprende tutti gli arretrati e si ricanta tutta! Lei la sa…sentite lei….Il cuore mi ha emozionato!

Lottare. Lottare. Lottare per quello che non so! Musica, musica.

La donna è immobile!

La donna è mobileeee…io vi devo ringraziare perchè qui ci sto proprio bene!

Le piume al vento…ora un posso cantà!

La donna immobile, immobile! Ma io voglio dire una cosa, te si,  non la posso dire…deve venire nella zucca…tutte siamo! Chi è questa donna immobile? Chi è ?

Ma chi è ? Una donna un po’ traviata, che sbaglia! E’ una che sta vicino a me…passato sempre con qui coso che ti critica! Più nobile di quell’altre…una nobildonna! Poi si è innamorata.

Brunilde, Enza, Elena, Gioconda, Anna, Paola, Luciana, Bruna, Vanda, Pietro, Rosaria, Gloria

In breve

Musei per l’Alzheimer è un progetto di rete per l’inclusione sociale e culturale delle persone anziane con decadimento cognitivo e di chi se ne prende cura nei musei del Museo Diffuso dell’Empolese Valdelsa – MuDEV.

Sia la progettazione che la conduzione delle attività e, infine, l’analisi valutativa del progetto prevedono il lavoro congiunto di educatori museali e animatori geriatrici.

Tra i molteplici obiettivi:

  • contribuire a sviluppare e definire l’identità dei musei e delle biblioteche della rete come luoghi privilegiati per l’accessibilità e la leggibilità dei propri variegati patrimoni, dove sia possibile fare esperienze relazionali e conoscitive, vivere momenti di aggregazione inclusivi e intergenerazionali, essere coinvolti e compartecipi della crescita civile di comunità sensibili intorno ai temi dell’accessibilità delle persone fragili ai contesti culturali;
  • fare ricerca valorizzando le potenzialità comunicative originali di ogni contesto museale, sperimentando tecniche e strategie di mediazione dei patrimoni con le persone con Alzheimer e con chi se ne prende cura;
  • contribuire alla costruzione di una rete sociale sul territorio che condivida competenze necessarie dal punto di vista assistenziale-sanitario e culturale.

Le attività sono incentrate sulla creazione di esperienze relazionali dei partecipanti con le opere d’arte e i patrimoni di musei, per stimolare l’immaginazione e la creatività, valorizzando le attuali e personali abilità di comunicazione di ciascuno, inclusa la comunicazione non verbale. Stimolazioni sensoriali tattili, auditive e olfattive vengono utilizzate come strumenti di supporto per facilitare e incoraggiare l’espressione personale ed emotiva, verbale e non verbale.

Le attività sono aperte sia a persone che provengono da RSA e centri diurni del territorio, sia a persone che vivono all’interno del nucleo familiare e a tutti coloro che se ne prendono cura, caregiver professionali, familiari, parenti, amici, badanti e volontari dell’associazionismo locale per un massimo di 20 persone. Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione.

CONTATTI, INFO E PRENOTAZIONI:

BeGo Museo Benozzo Gozzoli, via Testaferrata 31, 50051 Castelfiorentino – Fi

tel: 0571 64448

e-mail: info@museobenozzogozzoli.it