A partIl progetto ha previsto l’impiego di strategie e strumenti diversificate in base ai destinatari del progetto:
1. Strategie e strumenti per la progettazione:
> progettazione partecipata e condivisa, condotta in modo interattivo all’interno del gruppo di lavoro composto da educatori museali e animatori geriatrici;
> confronto fra i diversi ambiti professionali;
> condivisione di esperienze e saperi;
> visite e sopralluoghi nei musei coinvolti;
2. Strategie e strumenti per gli incontri di formazione nei musei destinati ad educatori e animatori geriatrici del territorio:
> dimensione relazionale e comunicativa come strategia privilegiata di coinvolgimento;
> promozione della partecipazione attiva durante le attività;
> utilizzo di una metodologia che privilegia la ricerca-azione in quanto processo circolare, dinamico e aperto che contribuisce a rendere inscindibili i momenti della teoria e della prassi;
> co-conduzione degli incontri con ruoli paritari tra educatori museali e animatori geriatrici;
> utilizzo della pratica meta-laboratoriale di conduzione delle attività in modo da
sollecitare la riflessione su di essa, sottolineando i passaggi fondamentali per rendere
evidente la metodologia di lavoro;
> valorizzazione dei processi di riflessione teorica ‘bottom-up’, a partire cioè dalle
esigenze del gruppo di educatori e animatori partecipanti alle attività;
> un incontro seminariale con interventi a cura di esperti del settore museale e geriatrico che lavorano sul territorio toscano per l’accessibilità nei musei delle persone con Alzheimer e chi se ne prende cura;
> conduzione delle attività durante l’orario di apertura dei musei come strategia per
riaffermare il ruolo di questi percorsi all’interno dell’offerta educativa dei musei, per far
riflettere sul carattere aperto e inclusivo di queste attività alle quali possono partecipare
anziani con decadimento cognitivo, caregiver familiari e professionali, parenti, amici e
osservatori esterni.
> visite ai musei coinvolti nel progetto a cura dei rispettivi educatori/operatori.
3. Strategie e strumenti utilizzati in merito alla metodologia di conduzione dei laboratori con gli anziani:
> predisposizione e cura dell’ambiente per facilitare la partecipazione di tutti (numero di
sedie sufficienti ad ospitare tutti i partecipanti, buona illuminazione degli ambienti,
raggiungibilità e usabilità dei servizi igienici);
> accoglienza, presentazioni e spiegazione dell’attività come strategia per mettere a proprio agio i partecipanti;
> dimensione relazionale e comunicativa e chiarezza di linguaggio come strategia
privilegiata di coinvolgimento;
> flessibilità e capacità di adeguarsi a situazioni che ogni volta possono mutare;
> Approccio Capacitante – sul modello sperimentato da Pietro Vigorelli – adeguato a
focalizzare l’attenzione sulle competenze esistenti piuttosto che sui deficit acquisiti,
attraverso la creazione di un ambiente in cui la persona anziana fragile può esercitare liberamente le attività di cui è capace, così come ne è capace, senza sentirsi giudicata. Poiché l’Approccio Capacitante focalizza l’attenzione sugli scambi verbali tra i parlanti, gli strumenti utilizzati sono l’ascolto attivo e la parola ma anche l’attenzione alla comunicazione mediante il linguaggio paraverbale e non verbale.
> Approccio Validante – secondo il metodo Validation sperimentato da Naomi Fail – per
promuovere, attraverso l’utilizzo di strumenti quali un atteggiamento convalidante ed
empatico, l’adeguamento della nostra relazione con la persona con Alzheimer in modo da renderla soggetto attivo della relazione attraverso una comunicazione attenta, efficace, autentica e attraverso un atteggiamento flessibile, aperto e non giudicante.
> Approccio narrativo – liberamente ispirato alla metodologia Time Slips sperimentata da Ann Davis Basting – come strategia per stimolare, a partire dall’osservazione dell’opera d’arte, l’immaginazione e la creatività piuttosto che il recupero di funzionalità legate al ricordo e alla memoria che molto spesso nelle persone con demenza non sono più recuperabili. Ricorso all’immaginazione, piuttosto che alla memoria, alla fantasia piuttosto che alle capacità logico-cognitive, per valorizzare le attuali e personali abilità di comunicazione.
> stimolazioni sensoriali tattili, auditive e olfattive come strumenti di supporto per facilitare e incoraggiare l’espressione personale ed emotiva;
> trascrizione in tempo reale delle narrazioni e delle storie prodotte durante le attività e
restituzione immediata sotto forma di lettura ad alta voce a fine incontro, come strumento per riconoscere e convalidare l’apporto creativo delle voci di tutti i partecipanti.
4. Strategie e strumenti per la verifica e la valutazione:
> attività di focus group alla fine di ogni incontro tra il gruppo di lavoro e gli educatori e
animatori partecipanti alla formazione come strategia per produrre una valutazione finale che attinga dalle riflessioni scaturite dall’interazione di tutti;
> incontri tra il gruppo di lavoro per il monitoraggio del progetto;
> predisposizione di questionari diversificati a seconda del target da valutare:
– questionari autovalutativi per il gruppo di lavoro;
– questionari per la valutazione della formazione agli educatori e animatori geriatrici del
territorio;
– interviste brevi agli anziani e ai loro caregiver, trascritte o filmate, secondo un modello
solo parzialmente standardizzato che basandosi principalmente sul colloquio fra l’intervistatore e l’intervistato non preveda lo strumento di un questionario con domande precodificate né l’obbligo di seguire un ordine precostituito, ma utilizzi alcuni punti chiave e i temi utili per l’indagine;
> valutazione sia dei processi che dei prodotti dell’attività tramite l’utilizzo del metodo
etnografico come strategia che privilegia una modalità di indagine osservativa finalizzata a registrare quello che avviene e a notare i processi in corso di una determinata situazione. Per la registrazione lo strumento utilizzato è stato quello della scheda di analisi.
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