Cesira… e l’arte

02/12/2022 Galleria d’Arte Moderna, Empoli

Accidenti! Con poche buttate di colore, poco o niente, è riuscito ad esprimere tutto benissimo! Quanta roba che c’ha messo! A me non piace l’esagerazione, in tutti i sensi… Non so com’è, ma è così.

C’ho i mi’ nonni qui: in quei golfini, in quelle ciabatte che la mia nonna faceva con il cartone e le foglie di granturco cucite con lo spago. Quelle sottane lì, nel dopoguerra, ce l’avevano le nostre parenti quando facevano i covoni. E quel cotto lì, noi si ravvivava col cinabrese e s’aspettava di cuocere il pane in forno… perché non si comprava alla bottega, si faceva noi. Non è l’acquaio che interessa, ma è l’insieme, se ti dice qualcosa.

Quel signore lassù “di vetta”, c’ha uno sguardo vivo. Anche la signora è rappresentata in modo particolare: mi piacciono il ventre gonfio e i capelli argentati. La trovo umana. E per farla così semplice e naturale non ci vuole fantasia: l’artista, non ha montato nulla. Forse chiacchierava con la propria madre o col marito. Sarà stata trattata, fin da piccola, male, che è una roba che indurisce: sembra una donna che ne ha viste di tutti i colori dalla vita, ma è tenerissima. È al contrario di quello che sembra: si tiene tutto, non sa esprimere quello che sente, che ha dentro. Comunque assomiglia a una di Poggio: mi ricorda Cesira!!

Bisogna farla vedere a tutti l’arte. Bisognerebbe farne altre gallerie come questa: certo dipende dai momenti, ci sono delle priorità… Ma sennò che gli si lascia ai giovani!? Certe voglie rimangono sempre in fondo: l’arte è per oggi, per domani, per il territorio, per farla arrivare a più persone possibili. L’arte cura la mente, l’anima, da stimoli nuovi e serve ad appoggiarsi nei momenti di fragilità.

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