Benozzo Gozzoli, Tabernacolo della Visitazione, particolare Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino
RSA Il Castello, Montelupo Fiorentino
Anita, Daniele, Renzo, Silvana, Nella, Mara, Franco, Romano, Paolina, Graziella, Vania, Giuliana
Mi ricorda Della Robbia, forse per i colori. Arte proprio, queste figure sono vive!
(D) Dove stanno andando?
Sono in movimento. A spasso, a camminare. Son contenti perché vanno al mare.
A me mi da l’idea che vanno con il cane a caccia. Ma se un hanno il fucile?! Il cane serve a quello..o sennò è lì per affettuosità.
Portano tutte le cose sulla schiena, come un pellegrinaggio di persone che hanno uno scopo che hanno nel bosco.
Sembra che portino qualche dono a qualcuno. A qualcuno come amico, conoscente. Vogliono partecipare a una festa. C’hanno due cestini: funghi! Tartufi! Baccelli!
Vanno a fa merenda!
Tanto allegri un sembrerebbero, son mogi. Lo vedi qui questi lineamenti, queste contrazioni.
(D) da quanto tempo sono in viaggio?
Da poco: due tre giorni. Forse..col cestino che ci può essere tante cose dentro, penso che sia dalla mattina per andare tutto il giorno a caccia.
Sono sulla Francigena e vanno verso Roma. Magari vanno a vedere il papa! Eh, lo volevo suggerire!
Stanchi non sembrerebbero. Stanno bene, sono giovani! Sono in armonia.
Come i Re Magi. Quando si fa la capannuccia ci si mettono come quelli lì..oro, incenso e mirra.
(D) A cosa stanno pensando?
Pensano a quando arriveranno. Hanno fatto dei progetti.. Sembrava che si divertissero all’inizio e invece..sembra che qualcosa non gli vada. Penso che si stiano affiatando in questa….non si conoscevano e ora si son conosciuti.
(Quello con i capelli lunghi)è triste. Ha qualcosa che non gli torna. È sbigottito. Può darsi che non sia contento della su vita. Mentre cammina uno pensa a se stesso. Perché dall’espressione sembrerebbe.
(Quello nel mezzo) sta guardando . Il cielo, in sù. Che lo meraviglia. Le nuvole e non sanno come fare! Si avvicina la notte e dice Ora ndo si va a dormire!! Avrà visto che arriva il buio…
(Il terzo) è il più serio di tutti. E pensa che cosa sarà il mondo!
Questo cammino a piedi…
(D) A voi piace camminare?
Che tu domandi! Una volta si camminava…io lo sogno anche la notte.
Prima si camminava tanto.
Per piacere e per bisogno. Soprattutto nelle campagne.
(D) Cosa vi piaceva del camminare?
Quello che si vede intorno, cercavo I fiori. È bello incontrare delle conoscenze, parlare. Passeggiare lungo mare.
La salute, la respirazione.
Io andavo a una fattoria e lì c’era che analizzavano il vino, andavo a piedi. Tante volte veniva un’amica a volte andavo sola. Ma io preferivo quando veniva un’amica. Soli soli…è più triste.
(Il cane) è con loro perché uno di loro è il suo padrone e per compagnia non lo lascia di certo! A vedello è docile, buono. Può darsi sia una femmina allora…
(Arrivano. E la prima cosa che dicono è) OOOh finalmente siamo arrivati! Sia ringraziato il cielo che siamo arrivati! Andiamo a mangiare una pizza!
(E la prima cosa che fanno) vanno in bagno! Il cane avrà avuto sete… poi andranno a mangiare una pizza!
Dalla sua abitazione
Patrizia
“CARO IL MIO TOBIA!”
Tre uomini. Vengono da pescare… eh, loro conoscono bene il mare e sono in viaggio da tanto, tanto tempo… e forse saranno anche stanchi… chissà! Nei cestini ci sarà il pesce. Buono il pesce, mi garba fritto!
Il cane? Il cane sta lì per compagnia, stanno tutti insieme. È bello stare insieme, sennò ci si sente soli. Stare in compagnia vuol dire che quello che dici è importante per qualcuno… questo fa stare bene!
Io camminavo tanto, anche ora vo’ spesso fuori, mi garba. Camminavo tanto e una volta sono stata a Capri, d’agosto, il mare era bellissimo e lì camminare era una meraviglia!
Quando ero lì pensavo a quanto mi ci garbava starci e non volevo mai tornare a casa e questo canino mi fa pensare al mio Tobia: mio fratello lo trovò durante l’alluvione: tutto mezzo, impaurito… era un bastardino. Quando andavo via lo lasciavo a casa, e quando tornavo impazziva dalla felicità… caro il mio Tobia!
Dalla sua abitazione
Jole
“QUESTA È’ UNA FACCENDA DA UOMINI”
Tre uomini che vengono dal mercato. Uno porta un cestino di fagioli. Se ne vanno a casa, insieme… Uno parrebbe contento, vedi? Ha un leggero sorriso appena appena percepibile… ma quello al centro però è pensieroso, come pure l’altro… oh che avranno da ragiona’?!
Quello in primo piano lo vedo un po’ mesto, l’altro guarda il cielo e sospira, quell’altro… boh.
Porta un sacchetto sulla spalla non so che c’è dentro. SI, sono funghi porcini. So’ uomini piuttosto giovani, ma hanno qualcosa di grosso da risolvere… non lo so se ce la fanno, li vedo di molto ingarbugliati.
Però hanno un canino che cammina con loro, mi sembra contento di camminare insieme a questi. Io quando andavo a camminare non mi stancavo mai! specialmente se andavo in un posto conosciuto.
I posti che non conosco non mi piacciono, sono titubante…. Ma se vado col mi’marito, è tutta un’altra cosa! Viareggio.
Viareggio è il posto delle mie vacanze… mi piace la gente e li’ ce n’è sempre tanta… però è bello tornare a casa, a casa mi sento più sicura.
RSA Chiarugi di Empoli
Alfio, Carlo, Carole, Mauro Mo., Niccolò, Norma, Sergio con Federica, Luca, Lucia
“IO DI MIRACOLI NON NE HO POTUTI. LE MUCCHE FANNO ANCHE LE MèRDE”
È bella, è una bella figliola. Perplessa.
Non è piacevole, m’incuriosisce di vederlo, [ma] non mi garba: per il mio gusto, non mi garba l’immagine. Una persona non mi piace, una [che] guarda il cielo, gli altri due sembrano tristi.
È poco bello, [ma] mi piace per la particolarità. Come son vestiti, in modo strano; il cane – bella la coda.
Le facce delle persone esprimono dubbio. Mi piace l’immagine.
Le espressioni dei due personaggi – l’altro non mi piace.
Due uomini e una donna – perché ha i capelli lunghi. Lei porta il mangiare, vanno verso la città. Due persone severi, la donna non è contenta perché sente che non la guardano.
Una donna? Non mi sembra una donna.
Per me sono tre uomini, uno con i capelli lunghi perché è giovane.
Io, i miracoli non li ho potuti.
Forse sono contadini, hanno ceste e il cane. O pastori, che bischera! perché questo ha in collo una pecorella nera (non l’avevo vista).
Mi piacerebbe, tenere una pecora addosso! Tenere i bambini è un conto, le pecore, sà…
La persona che guarda il cielo, è un tipo misterioso. Un altro sembra un guerriero, con il bastone sulle spalle. Dev’essere successo qualcosa, nel cielo.
Giancarlo, Giovanni, Giorgio. Autunno, settembre, di sabato, verso le sei di pomeriggio.
L’uomo che guarda il cielo, perché ha fede, e il Signore lo protegge.
Il cielo è nuvoloso. Non succede nulla. Io, i miracoli non li ho potuti.
Tre pastori, perché hanno i cestini; uno ha il marrone – vanno a cercare qualcosa.
Cercano quello che gli pare, io dico le uova.
Il cane, la zappa [che] serve a fare una buca: cercano qualcosa sottoterra!
Uno dice ha da fare qualcosa sottoterra, ci vuole vanga, marrone e cane.
Cercano tartufi – buoni i tartufi!
E poi vanno in città per venderli. No, non camminano da tanto tempo. [Perché], vedi, il cielo è coperto, [a un certo punto] casca l’acqua. E’ ci sono rimasta anch’io! Diamine, mi piaceva cercare funghi: se comincia a piovere t’arrangi.
Comincia a piovere, si nascondono, si riparano in un barn [(i.e. una stalla)].
Aspettano che smetta di piovere per andare in città a vendere tartufi. Sì, si riparano in un fienile, dove trovano mucche.
In una stalla piccola: fanno una tenda [(con i gesti indica come una veranda, davanti)].
Sì, ‘le si facevano!
Mangiano funghi fritti e patate. E le mucche fanno il latte. Ci stanno un giorno, per il temporale. C’è troppa acqua [(mostra nel paesaggio sullo sfondo ampie zone colorate di verde-celeste)]. Dopo un giorno, il temporale mègliora, e dalla montagna si vede l’Arno e la città [(mostra nel paesaggio sullo sfondo la città, che adesso è illuminata dal sole)].
Da casa mia [(a Colle Alberti)] si vede, l’Arno; e Bassa, e ci s’ha le case su e
giù.
Si dicono: se non li vendiamo, i tartufi, ce li mangiamo noi.
(Ridendo) Le mucche fanno anche la mérde (tutti ridono).
E dicono al cane: Fufi, tu non capisci nulla!
RSA Meacci, Santa Croce S/A
Loriana Bilanceri, Mara Billeri, Maurizio Alderighi, Carlo Santini, Mara Costagli
“IL MIO CANINO”
Forse vanno o tornano da lavorare la terra… tornano, tornano perché i panieri sono pieni: in uno ci sono le patate (rosse) e nell’altro le uova.
Uno ha sulla spalla un rastrello… no, no! È un fagotto perché c’è della roba dentro. Sono tipo dei sacchetti infilati nel manico.
Lo diceva anche il mi figliolo quando era bambino: “ora vo via” e infilava i’ fagotto nella scopa!
C’è anche un canino, era andato insieme a loro, nel campo…
Anch’io l’avevo preso un canino…
Sembra Otello il cane, era nella casa di Marti, come gli voleva bene al mi marito!
Guarda, quello lì di dietro ha in braccio un canino…
No vedrai non è un canino, parrebbe un agnello… allora se è un agnello ci saranno anche le pecore con loro… Il cane allora le raduna le pecore, le tiene in gruppo. Ma il cane è lì con loro, allora non è detto che ci siano le pecore
L’avranno mica rubato l’agnello che hanno in braccio? Ma no, è un canino!
Ce l’aveva Miriam il canino, a volte lo portava con sé a giro, ma a volte lo teneva a casa.
N’hanno messo un altro! L’ha messo Miriam un altro canino! A me un mi interessava! Io un l’avrei preso, garbà mi garbava però!
Si vede anche una città, si vede il campanile, tira anche vento!
Di canino ho avuto solo quello che apparve a casa un giorno, era una canina e la portavo con me nel sacchetto della spesa perché aveva le gambine corte e a correre non ce le faceva, poi scappava e mi veniva dietro, ma lo sai, arrivava dove io andavo a lavorare, arrivava al cancello, io ero lì che lavoravo e mi cercava, anche se non m’aveva visto andare lì mi cercava perché sentiva l’odore. Meno male che era in bona il direttore quella mattina perché lo vide il canino! Mi disse: Portalo nel bagno il canino!” Io ce lo portai e poi venni via, allora sì che abbaiava! Sicché andai a prenderlo, lo presi in collo e lo misi sotto il tavolo del lavoro.
Il gatto l’ho sempre avuto, ma il cane, no, solo quella, perché il cane era più impegno del gatto a tenerlo, bisogna portarlo fuori, invece il gatto quando gli hai messo la cassetta dei sassolini ci pensa da sé.
Penseranno di andare a cena, ce n’è tre lì, penseranno a dove prendere le cose!
Penseranno di tornare a casa …felici non sono, sono un po’ tristi perché hanno lavorato, tornano dal lavoro, ma se tornano dal lavoro saranno anche un po’ contenti. Quello che porta l’agnello guarda all’insù, quell’altro è imbronciato, nei fagotti avranno il mangiare che hanno portato il giorno e che è rimasto.
Quello nel mezzo sembra che sia meglio di quello là, nel viso è meglio, quello lì sembra che l’abbino preso verso Fucecchio, l’hanno trovato per la strada e l’hanno portato con loro.
Tornano da un viaggio corto, hanno camminato poco.
Io avevo le viti, gli olivi, erano quasi tre ettari di terreno e c’era sempre da fare, ci stavo a giornate intere nei campi. Anche il mio canino ci stava, era un mezzo lupino, lo chiamavo Lupetto di nome, era un incrocio con un pastore tedesco e stava sempre con me!
Servizio RSA Aperta, Mantova
Sergio e Iris
“PIÙ’ CHE IL LAVORO POTE’ LA MUSICA”.