Dentro al nostro cuore

27/9/2018 Biblioteca Pablo Neruda, Capraia e Limite – Poesia integrata  con “Dentro il  mio cuore” di Fernando Pessoa ( le parti in corsivo sono il contributo dei partecipanti)

Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti dove sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre ed oblò,
o dai ponti di poppa delle navi,
sognando,
e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
Cosa porto nel cuore non lo do a nessuno:
siamo partiti in un modo e finiti in un altro.
Del mio cuore me ne sto prendendo cura da poco,
ma sto facendo un bel percorso.
Sono in difficoltà,
ma so di essere innamorato della campagna.
Non passa giorno che non pensi alle mie nonne,
due persone importanti per me.
L’immagine di un bimbo con una canna da pesca,
il fiume che scorre e tanti cicale assordanti porto nel cuore.
Porto nel cuore mio marito
che mi guardava mentre dormivo di notte
e la musica: la lirica, la Boheme, L’Aida e tutte le altre.
Mia figlia Marta, mia sorella Susanna e mio marito Carlo porto nel cuore.
Ho viaggiato per più terre di quelle che ho toccato,
ho visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi,
ho fatto esperienza di più sensazioni di tutte le sensazioni che ho sentito,
perché, per quanto sentissi, sempre qualcosa mi mancava,
e la vita sempre mi afflisse, sempre fu poco, e io infelice.
Mi sarebbe piaciuto viaggiare, ma non ho potuto,
così ho viaggiato con la mente
per campagne, musei, lungo l’Arno e dentro i libri.
La città più bella che ho visto è Firenze
ed altre cittadelle stando una giornata o coi parenti.
In Svizzera o a prendere il caffè o la pastasciutta all’Isola d’Elba.
Mia mamma non mi lascia viaggiare,
ma ho viaggiato in molti continenti:
in Nepal mi sono confrontato con altri viaggiatori
e di gente ne ho conosciuta tanta.
Ho viaggiato poco perché ho lavorato tanto,
ho studiato meno di quel che avrei voluto,
ma non voglio lasciare i miei
anche se ho sempre le valigie pronte.
Non bisogna mai pentirsi delle scelte fatte, però.
Non so se la vita è poco o molto, per me.
Non so se sento troppo o troppo poco, non so.
Sia come si vuole dovrebbe essere un’altra cosa
Più vicina a ciò che penso, a ciò che penso o sento,
che non so cosa sia, oh vita.
La vita mi piace tanto tanto.
E’ avere avuto i figli piccini
ed averli aiutati a diventare uomini e donne.
La vita è il modo di campare.
Deve essere una buona cosa
e bisogna sperare che non accadano cose che ci facciano del male.
La vita è un’altalena meravigliosa.
Si va su e giù in continuazione, ma è affascinante!

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La barca

19 settembre 2018 – Centro Espositivo della cantieristica, Capraia e Limite

Il fiume mi fa vedere un po’ dappertutto anche se io andrei solo vicino, non mi piace viaggiare in barca; anche vicino va bene, basta andare.
Siamo già nell’acqua, il vento soffia sulle vele e ci spinge sopra il Tigarga lungo il fiume.
Pesca un po’ troppo nell’acqua , ma va dove la mandano…
E’ una parola grossa dire dove, ma sicuramente una direzione ce l’ha; probabilmente fa dei viaggi piccoli o arriva fino al mare.
Mi piacerebbe salirci, risalirei controcorrente; mi fa pensare alla vita e mi lascio portare dove mi porta.
Non c’è da chiedersi troppo, si va dove ci porta il vento e io vado sempre con Paola.
Per avere le cose precise bisognerebbe stare sempre soli, ma stare insieme è importante e quando vado in giro sto sempre bene e io vado ovunque con Paola.
A saperlo dove ci porta! Magari a stare sulle tre caravelle di Cristoforo Colombo!!
Andrei dove ci sono persone che leggono, partirei da Signa e andrei su; mi metterei d’accordo per farmi aspettare a casa quando torno da un’isola.
L’Arno era importante per tutti i versi: ci dava da campare ed era pescoso, ci si andava a rischiarà i panni e ci garbava facci il bagno, ma con la barca non ho problemi e posso girare tutto il mondo!

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