Amate la terra perché da lì avrete la vita

16/2/17 Mu.Me.Loc. Cerreto Guidi. Biblioteca

Che bel pomeriggio s’è passato! Io vedo i nuvoloni che si litigano il cielo! “Amate la terra perché da lì avrete la vita”.

Avanti di piglià marito facevo la contadina, una vita triste, faticosa! Un c’era soddisfazioni, poca roba! Si raccattava poco. Poi il mi babbo ero uno rustico, cattivo nell’anima, se venivano a dormì li mandava via! “Tu sei cattivo, accidenti a mamma e quando t’ha sposato”! Poi ho preso marito. Era meglio in fabbrica, si lavorava ma…mi garbava quando montavo su quella macchina perché la mandavo io!

È ruvida, profuma! Che schicche, che odorino bellino! Odora di paglia…è un odore buono, deve essere stato preso da un bel pezzo di terreno, in casa un tu te lo puoi mettere e buttarlo via dispiace!

Sotto il Tevere dorme

Madonna come schianta! Scricchiola, è pericoloso…lo dico…il mazzetto che tu pigli se non tu lo leghi bene, ti taglia le mani! Prima che secchi fa compagnia alla sala, ci si faceva i fiaschi con la sala, si abbellivano e gli stranieri prima si fermavano a vedere! C’avevo i guanti ma passava anche da quelli e tagliava le mani! Era bella spalancata quando era fresca, verde! Più morbida, meno rospica. Eh, quando è spalancata fa prima a seccare. Mi suggestiono perché l’ho vissuto e mi è piaciuto!

A pezzetti piccoli, lavati, poco stropicciati, poi quando son lavati un bel sughino di carne…mettere il brodo sul fuoco…uno ci mette queste cose qui.

Shshshshsshhhhhhhhhhhhh

Voglia di muovere la testa, mi fa impressione! Si sente il rumore dell’acqua, il chiasso dell’acqua! Il fruscio, il fruscio! Qualche rana. C’è un po’ di colore! Pastasciutta olè olè

Gli uccelli…e lo sculacciatopi! Sento un uccellino toscano, di quelli che beccano il terreno e danno noia, ma non perché sciupano il terreno, e sciupano noi…perché ci innervosisce noi, addirittura quando siamo a tavola salgano sul tavolo!

Il mi babbo era cacciatore e mi toccava pelalli tutti, la sera li preparavo…arrosto, con un po’ di maiale …era buono…il mi nonno ci lasciava solo il becco! Boni, son boni! Sale, pepe, salvia, alloro e sicché c’avevo sempre da lavorà! Ne mangiavo anche due o tre…e l’untino…mmmh

Ovvia, manca un po’ di vino e siamo a posto!

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Cosa sono

L’importanza di trascrivere.

L’espressione creativa è importante per tutti, ma ancora di più per le persone colpite da demenza per le quali le occasioni per poter esprimere un proprio parere o i propri gusti, diventano sempre più rare se non del tutto inesistenti. Saper comunicare tramite la creatività e la libera interpretazione diviene una fondamentale alternativa per chi non riesce più ad attingere dalla memoria, per chi sente un forte disagio nell’esprimersi, perché cosciente di non esprimersi secondo le aspettative, e per gli altri che hanno perso consapevolezza di se stessi o dell’ambiente che li circonda.

 I laboratori ispirati alla metodologia  TimeSlips sono occasioni nei quali le persone utilizzano liberamente le proprie capacità grazie al processo creativo; ogni volontà comunicativa, sia una frase, un suono, un gesto o un silenzio, viene accolto e validato.

Durante i laboratori nei vari musei, abbiamo avuto occasione di lavorare con collezioni artistiche, memorie, suggestioni, sollecitazioni sensoriali e ogni volta la fantasia e la creatività, spesso anche la memoria, hanno potuto essere espresse in libertà.

Dal primo minuto dell’attività un operatore si occupa di scrivere tutto (o il più possibile) di quello che gli anziani, ma anche i familiari e i caregiver professionali, si sono sentiti di esprimere di fronte a un’opera d’arte, a un oggetto del quotidiano, a una suggestione auditiva o olfattiva. Si inizia dalle sensazioni per arrivare a una osservazione attenta dell’opera. Più volte durante l’attività viene spiegato che non ci sono risposte giuste o sbagliate e tutto quello che viene detto è trascritto; i partecipanti vedono convalidate le proprie parole e sono rassicurati sull’adeguatezza delle risposte. Dopo la parte osservativa inizia quella creativa in cui i partecipanti con la propria fantasia inventano nuove interpretazioni, creano nuovi scenari e nuovi personaggi.  Cerchiamo, nella trascrizione, di non perdere la traccia delle parole, dei gesti o  suoni, canzoni o melodie, cercando di memorizzare i toni e le intenzioni, le espressioni corporee, le manifestazioni di gioia, di noia o di disagio. Al termine dell’attività in cui si sollecitano e stimolano le persone a esprimersi, tutto ciò che è stato inventato o reinterpretato, ma anche ricordi o frasi che sono sembrate particolarmente importanti o che hanno necessitato di un forte sforzo, vanno a comporre una storia o una poesia e vengono restituite nell’immediato.

 L’operatore che ha trascritto restituisce nella lettura finale il contributo che ognuno ha dato, più fedelmente possibile al modo in cui è stato condiviso, guardando negli occhi e cercando un contatto visivo con chi quella frase, quel gesto o quel suono, lo ha espresso, con l’obiettivo di renderlo riconoscibile al suo “proprietario”.

Riconoscere il proprio contributo all’interno della storia valorizza e valida quella persona rendendo piacevole di nuovo comunicare con gli altri.

Verifica e valutazione

Le verifiche e le valutazioni che sono state compiute ed effettuate alla conclusione del progetto, rientrano a tutti gli effetti nel processo progettuale stesso e si configurano come ulteriore attività di ricerca volta sia a monitorare e migliorare le attività che a instaurare una riflessione sulle modalità stesse di valutazione più efficaci.

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Per chi?

Grazie alla peculiarità di un approccio metodologico essenzialmente basato sulla ricerca e la sperimentazione, il progetto permette di individuare le seguenti categorie di destinatari:

  • delle azioni di formazione, aggiornamento e condivisione di conoscenze e competenze: – educatori e operatori museali dei servizi educativi interni e di cooperative e associazioni che gestiscono il personale nei musei del MuDEV Museo Diffuso dell’Empolese Valdelsa; – personale delle biblioteche che si occupano di servizi al pubblico e di servizi educativi interni o che appartengono ad enti gestori; – educatori, operatori e animatori geriatrici di Residenze Sanitarie Assistenziali e Centri diurni semiresidenziali del territorio dell’Empolese Valdelsa.
  • degli incontri mensili nei musei e nelle biblioteche dei comuni dell’Empolese Valdelsa: – persone anziane con Alzheimer o demenza delle Residenze Sanitarie Assistenziali e di Centri diurni semiresidenziali del territorio; – persone anziane che vivono l’esperienza della demenza ancora all’interno del nucleo familiare e che risiedono su tutto il territorio interessato dal progetto; – caregiver professionali e familiari che si prendono cura delle persone anziane fragili, volontari dell’associazionismo locale, badanti.

La verdea va giù liscia.

 2/2/17 Mu.Ve. Museo del Vetro. Empoli

Quando rientra in casa il marito, se trova la tavola apparecchiata dice: “Brava la mi moglie, basta mangiare alla svelta! Perché io ho fame”. Si vede che lui era contento, non importava che facesse tante cose. La bottiglia, il bicchiere, ma manca il piatto; quella per l’olio e l’aceto, così… ma manca il piatto. Dentro alla brocca ci mettono il vino, il vin santo e trincano. Poi mettono forchette e tovaglioli. La moglie accende la luce e escano tutti i colori, il marito dice: “ma in che maniera è venuto così questo affare?” Ma siccome ha sete, prende la bottiglia, la vuota nel bicchiere, prende il bicchiere e beve quello che c’è e bevono tutti, anche i familiari. Insieme al marito c’è la cognata, la moglie di un fratello e guai se non si faceva come diceva lei.

Io di solito mando la mamma (a apparecchiare), ma la mamma è già stufa, è nervosa. Un giorno vieni a vedere l’apparecchiatura, le do anche un po’ di verdea…poi si assaggia e senti come è buona, mentre si versa c’è una schiuuumaaa… È uva bianca, giallina chiaro chiaro, il sapore me lo ricordo. Si mette a sciogliere insieme in un vaso, poi si strizza con le mani e viene fuori il mosto; se si prende presto viene dolce, se si aspetta aspetta viene il vino. La verdea è più leggera, frizzantina, penetra nello stomaco, il vin santo da un po’ di noia. Mi garba la verdea, se si beve tanto si va a gallina! Quando ero piccola, ero a casa sola, presi la bottiglia e la bevvi tutta. Ce ne vorrebbe un fiasco per uno!!Sai come si balla dopo un bicchiere di verdea. La verdea va giù liscia.