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Incontro di restituzione del progetto per persone anziane fragili e chi se ne prende cura nei musei dell’Empolese Valdelsa, in dialogo con le famiglie e i referenti della Società della Salute

Il ciclo di appuntamenti 2022/2023 di Musei per l’Alzheimer si è appena concluso.

E’ stato un anno di rinascita, di riscoperta del piacere di stare insieme: tutti gli incontri di questa annualità, infatti, dopo un lungo periodo di isolamento, si sono svolti in presenza, fisicamente uniti dal patrimonio del nostro territorio.

Come consuetudine, per chiudere la serie di appuntamenti, abbiamo programmato un pomeriggio di restituzione venerdì 5 maggio alle ore 15.00 al Museo Civico di Fucecchio: uno spazio aperto ai soli caregiver – familiari e professionali – che durante quest’anno hanno preso parte alle attività; un tempo pensato come occasione per condividere pensieri, emozioni e riflessioni sul percorso fatto. Mettere in circolo dubbi, criticità e proposte per farne tesoro nella programmazione del prossimo anno.

Per condividere prospettive e opportunità esistenti nella nostra area per le persone anziane fragili e per chi di loro si prende cura, si uniranno a noi alcune referenti della Società della Salute Empolese Valdelsa.

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Ci vuole un po’ di silenzio

21/04/2023 Gerusalemme di San Vivaldo di Montaione

Ci vuole un po’ di silenzio.

I nostri antenati. Saranno gli apostoli.

Vedo quello in terra, c’è un oggetto. È quello lì in terra? Mi piace vederli tutti insieme, che si saranno riuniti per capire che ci fa quello lì sotto.

È un banchetto che gli chiedono. Sono tutti associati alla parola che sta dicendo lui. Parole, ascoltare le parole di qualcuno che è Gesù. Silenzio per poter parlare. C’è qualcuno che si intromette e lui gli fa il segno per farlo chetare.

Lui è un bimbo e i bimbi son quelli che rompono le scatole.

Pensando a qualcosa. Sbalorditi, impressionati.

Sono tutti cristiani, Gesù Cristo gli ha insegnato, pregano, parlano. Si guardano in viso come a dire: – O chi è questo qui? – 

Vedi là, si son messi insieme: un sanno dove batte’ il capo insieme! Meravigliàti! E pensano: – che freddo c’è qui dentro! –  Confabulano, fanno da sé, un complotto: si stanno mettendo le orecchie a sé per ascoltare.

Hanno le vesti lunghe e i piedi gnudi per coprirsi i piedi. Però quello con la corona c’ha le scarpe! È il più signore di tutti, è il padrone della feliera. Non avevano quattrini per comprare le scarpe. I leghi, il ragazzino sarà il figliolo del padrone.

È Santo ma non ha l’aureola perché ancora non era stato riconosciuto.

Povertà e ricchezza, poi arriva Cristo e gli porta del bene.

Gli oggetti esprimono quello che sono

17/03/2023 Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino

Io sono attratta da queste robe qua perché ce le ho tutte in casa.

Mi attira soprattutto codesto tegame in gres perché non capisco a cosa serva il buco al centro.

Quei bicchierini, un po’ particolari, mi ricordano la vetrinetta di mia nonna con gli oggetti “ritirati”, da usare ogni tanto. Nonna Quirina mi ci metteva le ciliegie sotto spirito per farmele mangiare. Una volta ne ho rotto uno, ma li giravo per non farlo notare e nessuno in famiglia se n’è mai accorto!

Il fiasco è lavorato a mano con una cordicellina… Io li rivestivo da piccina col saricchio: partivo dal collo e il materiale ce lo dava chi ci portava i fiaschi gnudi. Venti fiaschi legati con un nastro. Da vino rosso! Era un lavoro da donne perché serviva l’ago e io c’ho fatto la pensione coi fiaschi!

Ho dormito spesso dalla vicina quando ero piccolo: scaldato col cardano c’era il materasso con le foglie di granturco.

A seconda dei momenti non è importante avere cura degli oggetti, meglio liberarsene. Sono tutte cose un po’ del passato, oggi sono un po’ superate, come le canzoni.

Io ho diciassette anni, ma mi piacciono i vinili; li colleziono e mi fanno venire in mente il giradischi di mia nonna che ascoltavamo insieme. Non me lo ricordo cosa metteva, ero troppo piccola. Da quando ho iniziato a comprare dischi nell’adolescenza non ho più pagato un biglietto dell’autobus per andare a scuola: un vinile costava 14.000 lire e il biglietto del pullman 15.000… Facevo il portoghese e ne compravo uno a settimana nel giro d’Empoli! Quando studiavo con la musica in sottofondo ascoltavo Bandiera gialla, Sinatra… ma ho nel cuore De André: “Né al cielo, né all’amore…” com’è che s’intitola?

Io porto l’anello che mio nonno ha regalato a mia nonna per il fidanzamento nel 1949: me l’ha lasciato lei. L’oro è del dodici, ma ha un rubino piccino al centro che è vero.

Mi hanno chiappato i ricordi, anche se hanno detto che me li ridavano. Gli oggetti me li fanno ritornare però e ti viene a mente anche qualcuno.

Se dovessi “dare voce” a qualcosa sceglierei i cannelli di legno della mia macchina da magliaia insieme a un ferro da stiro in ferro. O l’aratro e il corbello che si usavano per il lavoro nei campi. Io, invece, un paiolo e un telaino per le api con un vasetto del miele che produco. Certo, anche quella bella cornice con la mia foto da piccolissima sull’altalena avrebbe da raccontare, almeno quanto un quadro e una radio che in casa mia ci sono sempre stati. Mi ricordo anche un registratore con le bobine e il Giornalino di Giamburrasca. Io sono stata la prima donna a prendere la patente a Fucecchio sicchè… l’automobile di quando ero giovane avrebbe tante cose da dire! Farei parlare anche la mia canna da pesca e un fagiano imbalsamato che mi ricorda la passione per la caccia.

Ma si fa chiodo come a Arezzo?

17/02/2023 Museo del Chiodo di Certaldo

C’è quella porta che mi ispira…

Ci sono cose che io non avevo neanche mai visto qui: tanti chiodini, uno diverso dall’altro, che sono la cosa più interessante. Ma ce ne sono tanti piegati che non mi garbano. Per finire un chiodo ci vogliono anni ed anni: è un oggetto un po’ eterno.

E’ un museo di cose normali, ma interessanti. E’ pieno e bello. Bello anche il personaggio di Beppe! Certe cose non spariscono col tempo, si mantengono, ed è interessante vedere come le trattate bene queste cose moderne.

In certe cose non ci si “inciampa”: se sono cose importanti, si rimediano sempre. E farlo insieme diventa meno grave. Si patisce con i “chiodi fissi” e io non ne ho mai avuti, ma ho il chiodo della salute della mia famiglia e del benessere delle mie nipoti nel futuro.

Tutto questo ha avuto un senso

13/01/2023 Museo Remiero di Limite sull’Arno

E’ bella la storia antica. Quante barche costruite in questo luogo arrivavano a Viareggio: un’imbarcazione che nasce e parte da qui, fino ad arrivare a Livorno!

C’è tanta roba che si usava quando ero giovane: tutti gli attrezzi, ma proprio tutti! Sono tanti… Il segone, per adoprarlo, bisognava essere in due: uno di qua, uno di là.

Ho visto tante cose, un grande insieme e mi è piaciuto davvero tutto. Mi è piacito molto forse perché le imbarcazioni sono nella storia familiare di mio marito.
E’ molto bello vedere che siamo tutti qui riuniti per raccontare storie importanti.
Qui per me è una meraviglia. Sono commossa nel vedere questo posto: racchiude tutto, significa che tutto questo ha avuto un senso. Ed è racchiuso qui… Bravi a tutti! Auguro che questo posto viva per sempre!!



La marmellata di peperoni

9/12/2022 Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino

È nato questo bambino… é una scena di famiglia, qualcuno si lava le mani. Un bambino fasciato e ci sono molte persone, molte donne. Sembrano indifferenti, guardano tutti da un’altra parte. Oh, ma non è un uomo quello a letto? Ma un pole esse un ‘omo, c’è un bambino. Sarà una donna un po’ anziana. È la nascita di un bambino, però l’è bell’e grande, avrà già un annetto!

Comunque non ride nessuno.
Sembra una tragedia…con quest’aria mesta. Ma non credo si faccia tutto questo moralismo.

Secondo me è una nascita, perché c’è scritto sotto.
Svelato il mistero: la nascita della Madonna!
La nascita della tu’ nonna?
Della Madonna!
Aaaah ecco. Ci sono due o tre che gli fanno lavare le mani perché ha da mangià, altre due badano il bambino tutto fasciato. Probabilmente voleva fare una panoramica. Quella è a letto che si lava le mani e quella col tegame… porta da mangiare: la minestrina bona, un bel piatto di pastasciutta alla carbonara, o la marmellata di Harissa.

Ma tanto noi non si pole sapè, perché lui non ci può più dire nulla!

Cesira… e l’arte

02/12/2022 Galleria d’Arte Moderna, Empoli

Accidenti! Con poche buttate di colore, poco o niente, è riuscito ad esprimere tutto benissimo! Quanta roba che c’ha messo! A me non piace l’esagerazione, in tutti i sensi… Non so com’è, ma è così.

C’ho i mi’ nonni qui: in quei golfini, in quelle ciabatte che la mia nonna faceva con il cartone e le foglie di granturco cucite con lo spago. Quelle sottane lì, nel dopoguerra, ce l’avevano le nostre parenti quando facevano i covoni. E quel cotto lì, noi si ravvivava col cinabrese e s’aspettava di cuocere il pane in forno… perché non si comprava alla bottega, si faceva noi. Non è l’acquaio che interessa, ma è l’insieme, se ti dice qualcosa.

Quel signore lassù “di vetta”, c’ha uno sguardo vivo. Anche la signora è rappresentata in modo particolare: mi piacciono il ventre gonfio e i capelli argentati. La trovo umana. E per farla così semplice e naturale non ci vuole fantasia: l’artista, non ha montato nulla. Forse chiacchierava con la propria madre o col marito. Sarà stata trattata, fin da piccola, male, che è una roba che indurisce: sembra una donna che ne ha viste di tutti i colori dalla vita, ma è tenerissima. È al contrario di quello che sembra: si tiene tutto, non sa esprimere quello che sente, che ha dentro. Comunque assomiglia a una di Poggio: mi ricorda Cesira!!

Bisogna farla vedere a tutti l’arte. Bisognerebbe farne altre gallerie come questa: certo dipende dai momenti, ci sono delle priorità… Ma sennò che gli si lascia ai giovani!? Certe voglie rimangono sempre in fondo: l’arte è per oggi, per domani, per il territorio, per farla arrivare a più persone possibili. L’arte cura la mente, l’anima, da stimoli nuovi e serve ad appoggiarsi nei momenti di fragilità.

ALZHEIMER FEST 2022

Quando arriva l’Alzheimer inutile dire che non c’è niente da fare:
convivere con la demenza è una gran fatica ma se la comunità è amica, consapevole e solidale, se i servizi intorno funzionano a dovere, allora l’Alzheimer non cancella la vita.

La Toscana ha mille meraviglie e le persone fragili sono un tesoro da non perdere, un tesoro che va restaurato proteggendo l’innocenza dell’età, mettendo in piazza sogni e bisogni.
Perché ogni vita è un capolavoro di bellezza e verità.

A Firenze, in piazza Santissima Annunziata, sabato 10 settembre 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭3:𝟬𝟬 per Rinasci-menti. L’arte della cura “Di nuovo insieme” si terrà un incontro aperto dedicato a protagonisti sani e meno sani, familiari e operatori, medici e artisti, donatori di benessere e di competenze e a tutta la cittadinanza.

ASPETTANDO ALZHEIMER FEST 2022 …

“Finalmente in piazza”

Edizione straordinaria del Quaderno

“Distanti, ma vicini”

A Empoli, in piazza Farinata degli Uberti, mercoledì 𝟲 𝗹𝘂𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟴:𝟬𝟬 per 𝘿𝙞 𝙉𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙄𝙣𝙨𝙞𝙚𝙢𝙚: 𝙛𝙞𝙣𝙖𝙡𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙞𝙣 𝙥𝙞𝙖𝙯𝙯𝙖! si terrà un incontro aperto dedicato alle persone anziane e fragili, ai loro accompagnatori ed amici e a tutta la cittadinanza.

Sarà un’occasione per sperimentare nuovi modi di comunicare con noi stessi e con gli altri attraverso il patrimonio storico-artistico!

Di nuovo insieme a Fucecchio

Rsa Il Castello di Montelupo e centro diurno Le Mimose di Fucecchio

“COME SI DICE… METTERE DUE PUNTI

Vedere signore che ricamano, mi rimanda ad un mondo passato, lontano, al ricamo per passare il tempo, non si sa quale è l’obbiettivo finale. Fa pensare a tanto tempo fa, come prima, che si lavorava in casa, è un bel ricordo. Al rapporto tra madre e figlia: una lavora e l’altra impara. Fa pensare a una signora anziana con la nipote e allo scorrere del tempo.

Mi pare di vedere la mia mamma che rammenda i panni e io che la guardo e le leggo il tema. Io ricamavo e facevo l’uncinetto per le figlie. Facevo la calza per passatempo.

Non avevo un passatempo “vero”, ero presa solo dal lavoro. Mio marito mi guardava cucire. Amavo molto cucire, o meglio, io non sono mai stata brava a cucire, ma rammendare o attaccare un bottone, mettere come si dice “due punti” mi piaceva tanto… Era un momento in cui i pensieri volavano via, leggeri, e io mi sentivo bene. Mi mancano ago e filo, ora non ci vedo più, non riesco più, ma me lo ricordo bene come mi sentivo, era davvero bello!

Stare in compagnia di te stesso è importante fa pensare alle cose. È un momento da prendersi tutto per se, eliminare un po’ di stress. Io sono stata sempre sola prima di sposarmi, per me è brutto stare soli, meglio in compagnia; ho sempre cercato la compagnia.

Stare da solo, però, serve per conoscersi meglio: come animo, introspezione, molto importante. Quando stavo da solo era per fare le cose che volevo fare, senza che nessuno mi disturbasse.

Di nuovo insieme a Montelupo Fiorentino

Rsa Il Castello di Montelupo. Rsa Chiarugi di Empoli, Rsa Ciapetti di Castelfiorentino, Rsa Le Vele di Fucecchio insieme ad una famiglia della provincia di Prato dalla propria abitazione:

“SIAMO RIEMERSI”

Il giardino sul viale.
La Roberta!
Vista sulla televisione, in un salottino tutto mio!

Il mio letto, la mia sedia: l’incontro con me stessa. Mi organizzo i pensieri.
Dio: è un oggetto non identificato, lo conosco poco (il mio cellulare). Lo uso solo per quello che interessa a me.
Un covo, una nicchia: osservo i dettagli, li ritocco.
(Che) Tranquillità.

Gioia: penso a Sandro, mi assalgono i ricordi, i nostri giochi insieme.
Qui ci devo stare.
Il sole ti da casa. È la vita.
Ci sono affezionato.

A letto. Pensare alle mie cose. Piangere senza farmi vedere da nessuno.

(Poi) Una giornata con l’opera. Insieme.

Lontani ma vicini a Montelupo Fiorentino

Boccale con arpia, maiolica arcaica, Pozzo dei Lavatoi 1320-1340,
Museo della Ceramica, Montelupo Fiorentino

Rsa Le Vele, Fucecchio – Dalla sua abitazione:
Jole
“BELLA COME LA MIA MAMMA!”

E’ un bicchiere … no, è un affare da mettere dove vuoi. Guarda! C’è anche il viso. E’ un viso normale, brutto non mi sembrerebbe. E’ una donna, si vede dal fiocco! Parrebbe come un foulard, se l’è messo perché aveva freddo. Lei mi sembra una bella sposina … sta bene.
Lei guarda di qua, chissà perché … Certo, a guardalla bene … è proprio storta.
La qualcosa addosso, un vestito che gli hanno dato dicendole: “Così stai meglio!”
Dio mio, ma come fa ad avere i piedi così … è uno qui e uno là … i diti vanno da sé e poi son quattro … boh! Io non li ho mai visti piedi così. Robe dell’altro mondo, e neanche poco. E’ una bella donna, ma stramba.
E’ un vaso fatto di porcellana che se cade si rompe. Dentro c’è da mettere i fiori. Ma io ci metterei invece la canzone “Mamma”… bella quella canzone. Bella come la mia mamma. Io le volevo bene e anche lei me ne voleva. Tanto.

Rsa Le Vele, Fucecchio – Dalla sua abitazione
Pietro
FRANCESCA SULLA BARCA

La faccia di una donna strana. Dove l’ha presa questa qui … E’ una brocca, si capisce dalla forma. Dentro ci sarà un liquido, senz’altro e il materiale … non so’ dire di certo, l’unica cosa sicura è che se cade si rompe.
Acqua, o altri liquidi che servono a quella persona che ce li mette.
La faccia di una donna … ma non si vede tanto, per poter decidere cos’è.
Lei si affaccia da qualcosa. E’ dietro a qualcosa e sbircia da una finestrella piccola. Sta guardando senz’altro una cosa che le interessa sennò non ci stava mica a perdere tempo! Quasi quasi ci andrei anch’io! Guarda lì … e le viene voglia di andare ma dove? Eh, il cervello di una donna è vario … vattelappesca dove!
Sul capo ha un fiocco. Si è messa intorno al capo questo scialle annodato sulla testa, perché ha freddo.
Quello che l’ha inventata, questa qui, non aveva molta fantasia … Quelli sembrano piedi ma piedi non sono. Per conto mio non sono di certo piedi … Troppo grandi. Quello che li ha fatti ha sbagliato la misura!
Quella cosa lì, la barca … che ci fa? Ci starà questa donna a sedere. Si chiama Francesca. Ma non c’è né lago, né fiume, né mare.
Ma c’è il liquido sotto.
Una cosa è certa: io una donna così non la sposerei. Non è il mi’ gusto. E poi per me non è un’opera d’arte, assolutamente no. Dentro ci metterei … un’incazzatura no. Non c’è niente di cui arrabbiarsi.

RSA “Le Vele” Fucecchio, 
Marcello, Gianfranco, Bruno, Antonio
“CHE CI SARA’ DENTRO? ANCHE NULLA!”

È un vaso con un uccellino dal volto umano.
Una brocca, un boccale. Un bricco di ceramica… terracotta, maiolica, pitturata a ramina e nero.
Che ci sarà dentro? Non si sa… anche nulla!
Io c’avrei messo roba da bere e senza dubbio bona! Perché poco bona ‘un sarebbe proprio i’ caso!
Io invece roba di valore… gioielli, oro, sordi… a avecceli!
Sopra c’è una figura di donna. Eh… sì… e anche una bella donna! Gli occhi, i’ naso… E’ bella, si vede da tutto i’ personale (ndr. mima una siluette formosa con le mani).
È un po’ nascosta perché deve ave’ fatto qualcosa di male, forse ha leticato con quarche pezzo grosso.
È un’immagine che vuole stupire, attirare l’attenzione… come le sirene… con quei tre spazi verdi sulla testa sembra quasi un giullare, un jolly!
Pare che abbia i’ viso legato… magari gli dole i denti!
Sarà un chiromante?!

Centro diurno “I Tigli” Certaldo 
Dino, Marisa, Nilvana, Fulvia
FORSE NON MI PIACE

Si tratta di un vaso. Di solito ci mettiamo i fiori con l’acqua, sul tavolo o su un altro mobile, ma non con i fiori secchi.
Prima li tenevo in casa, i fiori, ora non più. Mia sorella Silvana li vendeva nel suo negozio a Castelfiorentino.
Pare bello questo vaso; oddio, ce ne sarebbero anche di più belli!
E’ di colore celeste. In fondo è di colore arancione e marrone che sembra terra.
Sembra la faccia di una signora, una donna con occhi e naso. Secondo me è giovane, ma sembra anche un piccione… forse non  mi piace: sembra un animale.
Forse dietro c’è una parete scura anche se di solito sono chiare.

 

RSA “Chiarugi” Empoli
Carlo, Carole, Sergio, Iva, Norma, Mara, Anna, Franco, Tina, Dolores, Carla, Loerta, Giulietta, Agnese, Federica, Francesco, Gloria, Luca 
“SI GUARDA E NATURALMENTE SI PENSA A CHI L’HA FATTA E COSA VOLEVA DIRE”

Da qui un si vede nulla!
Un’anfora! Bella, pé mettici i fiori. Chi le fa, pittura bene. Dalla forma si vede che è antica (perché io l’ho riviste, da quand’ero bambina). Da noi c’era chi pitturava nene: ì Giusti, a Limite: e i giovani d’oggi l’apprezzano. 
È bellissima perché è un’anfora.
È un vaso, mi piace: mi piace il disegno, il colore – celestino chiaro. [c’è disegnato] una faccia, una bandiera, poi i piedini.
Questo disegno, mah!
È una donna che non mi piace, non c’è labbri né nulla, a me mi garbano le persone per bene.
Non mi piace il disegno, è brutto. È brutto perché è brutto. [Chi l’ha fatto] può darsi che sia bravo a disegnare: ma non sul vaso.
Se lo tenevano sul palmo della mano e lo giravano.
Sì, mi piace, nell’insieme è di valore. È una cosa futuribile: dire non dice
nulla, non trasmette missioni, si guarda e naturalmente si pensa a chi l’ha fatta e cosa voleva dire. Uno che si voleva sfogare di qualcosa, molto probabilmente aveva dei problemi, problemi spirituali, perché a me fa quell’impressione lì.
Guarda che faccia bellina che ha qui!
Un uccello con la faccia di donna, la bandiera sembra un coltello.
 [Io sono] il tuttòlogo! Questa è un’ala piumata, è difficile farlo bello così. È antico, e chi dice che sia superato, è lui che non ha cultura. Sembra il serpente, quando piega [la testa] in basso.
Somiglia a una balena.
A vederlo, in fondo sembra che sia stato fatto al fuoco.
Sembra una caraffa, con il becco Mi ci immagino un bel rosso – un bel vino rosso dentro..
È un vaso di fiori, non per il vino, è più per i fiori, perché è più lunga e più larga.
Uh, bello! Mi piace la forma [del vaso], ci vedo bene dentro dei fiori: un mazzo di rose, o anche una sola. Gialla!
Mi piace, mi piace, ci metterei i fiori, crisantemi rosa, appunto a ì mì marito gli hanno messo quelli.
Ci può essere un po’ d’acqua, per mettici i fiori.
O della terra, con dei semini, per poi farli crescere.
Dentro il vaso ci metterei… sembra vuoto, all’interno: c’è degli avvalli.
Penso che dentro ci sia poco. Per me è vòto. Assolutamente niente.
Secondo me c’è del vino rosso: gallo nero.
Dentro c’è l’uccello volante, che esce il giorno della creazione.

 

Rsa Le Vele, Fucecchio – Dalla sua abitazione
Giovanna
“VIA I PENSIERI CATTIVI” 

E’ un ovo?? No! E’ un vaso! Un vaso di gesso, lo vedi? E’ bianco …
Possiamo metterci dei fiori. All’infuori dei fiori … boh, non so. E’ una brocca. Dentro c’è l’acqua.
A pensarci bene, dentro ci potrei mettere i miei desideri. Desidero essere come una volta … bellina, sveglia … non come or:  così scontenta, dolorante. Vorrei che andassero via tutti i pensieri cattivi che mi frullano per il capo.
La faccia di una donna. Triste. Come me. Si diventa tristi con la vita. Mi sento sola, come questa donna. Guarda! Indossa una magliettina a strisce!
Ma i piedi … i piedi sembrano zampe! Una donna con le zampe … E’davvero una cosa strana. Sul capo ha un fiocco, un nastro.
Lei è buffa, ma dipende da come la guardi … se tu la pieghi in un senso, ti appare in un modo, sennò è in un altro.
Ha le zampine troppo fini … A vedella sembra una donna bellina, robusta ma invece i piedi son troppo fini … e ‘un torna!

 

Questa questione non si sfonda

10/10/2019 Palazzo Pretorio, Certaldo

Un volto chiaro, parlante. Capelli puppati, non voglio fare propaganda.
Gli dà valore, è toccante. Appunto, son questi tre, lui col berretto si stanno parlando.
C’è l’arco, è tutto celeste. Mi piace tutto, nell’insieme.
La sede del circolo. Sotto cura critica.
È una gestualità di raccordo con i suoi collaboratori.
Non li conosco. Magari li conoscevo prima, chissà come avranno fatto a metterli lì
Codesto sta chiedendo i soldi.
Chiede l’elemosina.
Chiede la carità.
Si, (quello nel centro) sembra una persona con i soldi.
È una Madonna, sta dando la Comunione, quello nel mezzo è Gesù
Potrebbe essere un giudice, per l’abito sfarzoso, elegante, un bel vestito
Questo c’ha un velino. È un vestito di seta, a fantasia.
Scivola la seta.
Si sfruscia in mano
Scivola.
Le stoffe leggere si impigliano alla macchina, ma è facile.
È leggera, è pesante. Chi è vai a sapere.
Queste ciabattine che hanno sono proprio belle, tutte diverse.
Un giudice o Gesù
L’aspetto è bello. Ha un’espressione vispa.
Sembrerebbe gli facesse male un dente. Un dottore.
Ma se gli faceva male il dente perché non si tocca qui, invece che qui (col gesto prima si indica la guancia e poi il petto)
Mi sembra che stia bene però. Bene o male comunque è un bell’omo.
Pare che gli dia qualcosa, tende la mano. È di quelli antichi, di valore. Quello è un gatto.
Un canino. Si vede una zampa sola. C’è un frustino e quello potrebbe essere uno scudo
Lui ha in mano un guinzaglio, quindi è il padrone. Gli tira il vestito perché si vede che col frustino gliele ha date! Il frustino serve per il canino.
Gli rassomiglia a un leone. È un leone. Si, è un leone che gli tira il vestito e gli dice “Gnamo!”
Mi piace molto. Si camminava insieme nel periodo delle feste, insieme ai compagni di Castelfiorentino. È castano.
Tiene il braccio in alto per farsi toccare il cuore
O gli tocca le puppe
Alza il braccio e gli dice qualcosa.
Ha un’espressione profonda. Alza la mano perché vuole dire qualcosa.
Gli piace essere toccato
Gesù giudicante. Gli tocca il cuore di Gesù per vedere quanti battiti ci fa!
Ma il cuore oh unn’è sulla sinistra?
Allora gli piace toccare le puppe.
Toccate. Avere.
È una lettera importante. Perché in casa loro c’è da lavorare, hanno tante cose da fare prima di partire per Firenze. E litigano. Le mutande si mettono per prima
Ieri sera mi pare. Fa rizzà i capelli.
È importante. A sinistra c’è un dottore e in mano una ricetta. Il giornale è tutto srotolato
Non è un dottore, ma si conoscono.
È Gesù e la Madonna. È ferita. Lui accanto è dispettoso e gli infila il dito nella piaga. Lui ha una pietra in mano, come se si colpevolizzasse.
Mia colpa, mia colpa, mia colpa (e si batte il petto)
“Sono come san Tommaso…” Io mi fido. Ma bisogna fidarsi di chi si conosce bene. Mai fidarsi!
Io non mi fido. Mai. Se conosci poco una persona, come fai a fidarti?
Ognuno pensa al suo orticello.
Eh, Questa è una questione che non si sfonda!
Ci sono due libri dove c’è scritto tutto quello che si dice noi, secondo me…è scritto lì!

Anna, Santina, Fosca, Giacoma, Primo, Ilva, Fina, Duilia, Gianfranco, Jacopo, Linda, Martina, Debora, Claudia, Grazia (AVO)

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Idda è Idda. E Idda sono io

19/9/2019 Gerusalemme di San Vivaldo, Montaione

È la fine di un…
La Madonna
Un gruppo di disperati
Scienziati
Nooooo, la scienza a quell’epoca…
Sorridenti piuttosto
Anche gli occhi gli sorridono
Gente che chiama gli altri per fargli notare qualcosa di bello
Una festa. Ma non grande, una festa gloriosa!
Attesa e inquietudine
La Resurrezione
Lo stupore
Dispiacere di tutto un affare così
Meraviglia del passato
Belli, belli, belli, belli
Sorpresa
Turbamento
Sacrificio
Inquietudine
Sorridenti
Emozione
Dico – poeri ragazzi! –
Inquietudine – irrisolto
Vuoto, dubbio, curiosità
Esterrefatta
Inquietudine, un lo posso neanche di’, a vedè tutte quelle genti là chiuse in quella maniera
Son tutti rimpiattati, si mettono tutti insieme ma gl’è stretto!
Meravigliata
Compassione
Senso di precarietà – incertezza
Tristezza
Mi sento normalissima
Vedo le persone contente
Shock di loro, si diventa anche noi
Stanno bene, vestono bene, di un certo stile
Per me la Madonna è sempre presente
– Idda è idda, e Idda sono io –
Chi La pratica La capisce, chi non La pratica non La può capire
– Io vorrei sapere chi ce l’ha messa lì tutta quella gente, un branco di gente, in quella maniera come in televisione…non c’ho avuto piacere
Io non credo nell’Aldilà, io credo che la vita l’è questa – o più qua o più in là, poi la finisce…è fatta da gente che credeano forse più di me.

Elio, Patricia, Marcello, Arianna, Fosca, Elisa, Cecilia, Titti, Lina, Serena, Adriana, Rosa Anna, Linda, Anna, Giuseppe, Claudia, Fina, Romano.

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